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"Laboratorio Futura": un webinar per riflettere e migliorare

Il 3 novembre si è svolto l'incontro “Laboratorio Futura: Corpo, movimento, azioni”. Intervenute, tra gli altri, M. Claysset, S. Garambois, L. Sabbadini

 

Si è svolto mercoledì 3 novembre l’incontro “Laboratorio Futura: Corpo, movimento, azioni”, primo degli appuntamenti e dei progetti Uisp in programma per novembre, mese dedicato ai diritti delle donne nella società e nello sport. L’incontro via streaming è stato aperto da Manuela Claysset, responsabile Politiche di genere e diritti Uisp Nazionale. "Futura è il laboratorio che portiamo avanti come politiche di genere e diritti Uisp - ha spiegato - organizzando momenti di confronto, aggiornamento e formazione. E' giusto dire che al nostro interno stiamo crescendo come numeri di dirigenti donne e come percorsi formativi, ma il mondo sportivo è in difficoltà: lo sport si è fermato a causa della pandemia e le prima ad essere allontanate dall'attività motoria sono state proprio le donne, il numero di sedentarie era già alto e il rischio di avere sempre meno praticanti è molto presente. Registriamo persistenti disuguaglianze e disparità nell’ambito del lavoro come nel mondo dello sport. Come associazione di promozione sociale vogliamo rilanciare il nostro impegno in questo ambito, partendo dal corpo delle persone, e promuovendo idee, azioni e progetti intrapresi sul territorio, per essere protagoniste del cambiamento".

Silvia Garambois, presidente dell’associazione Giulia Giornaliste ha poi introdotto Linda Laura Sabbadini, direttora centrale dell’Istat, che è stata la chair del Women20, uno dei 5 gruppi di interesse del G20, che ha la funzione di avanzare proposte e raccomandazioni sulla parità di genere ai leader. I lavori del gruppo sono iniziati a febbraio, in vista del summit che si è svolto proprio in Italia nei giorni scorsi. E’ stato un anno di lavoro per portare ai grandi della terra la voce delle donne: “E stata un’esperienza incredibile e non facile - ha raccontato Linda Laura Sabbadini - c’era necessità di uscire con una elaborazione che fosse condivisa con le delegazioni di 20 paesi, tra i quali ci sono approcci culturali molto diversi. Ne è uscita una discussione molto ricca, che per la prima volta non si è concentrata solo sulle questioni economiche tipiche del G20: la presidenza italiana ha scelto di dare un respiro più ampio, aprendosi ad altri temi”. 

Women20 ha richiamato l’attenzione del summit sugli stereotipi di genere e il cambiamento culturale come strategia di fondo da adottare; sulla sostenibilità ambientale; sulla violenza contro le donne e sulla salute intesa come medicina di genere. “Considero un fatto importante - prosegue Sabbadini - che la dichiarazione conclusiva dei leader mondiali abbia previsto un richiamo alla road map varata dai ministri del lavoro, in cui erano stati affrontati tutti gli aspetti relativi al lavoro, dall’accesso alle molestie sessuali, dalle discriminazioni ai ruoli decisionali. La cosa importante è che nella declaration si fa riferimento all’assunzione di questa road map, affermando che deve essere applicata e che bisogna dotarsi delle risorse necessarie per farlo. Le parole devono sempre tradursi in fatti, ma intanto le indicazioni ci sono, c’è un’attenzione significativa”. 

Anche la salute è stata al centro delle discussioni: è stato adottato l'approccio one health, che riconosce l’interconnessione tra condizioni di salute e ambientali, mentre non si è riusciti a procedere sulla medicina di genere, per la forte contrapposizione del Brasile e della Russia. “Da una ricerca della rivista Nature emerge che durante la pandemia solo il 20% degli studi fatti sul Covid prevedeva la disaggregazione per sesso, in questo modo non abbiamo la possibilità di capire l’impatto che un farmaco o un vaccino può avere su un uomo o una donna, che è diverso e deve poter essere misurato. Tradizionalmente questa cosa si fa poco, e le sperimentazioni sui farmaci si basano sempre su ricerche fatte sugli uomini, ma le donne hanno implicazioni totalmente diverse, legate alla loro biologia, che rende più difficile anche effettuare i test e necessita di più lavoro. Dobbiamo batterci perchè in Italia e in tutto il mondo scientifico si faccia sempre di più”.

Una criticità che segnala Sabbadini è relativa allo spazio dedicato al tema femminile e delle disparità: infatti, il comunicato finale dei leader ha istituito la conferenza su empowerment femminile e gender equality, invece di proporre un incontro interministeriale che coinvolgesse tutti i ministri delle pari opportunità, come si fa con quelli del lavoro o dell’economia. “La conferenza si conclude con un resoconto che ha un valore diverso rispetto alle dichiarazioni che emergono dagli incontri interministeriali, i quali sono anche preceduti da un anno di lavoro che coinvolge la società civile, in cui si può fare un’azione di pressione. Perchè per le donne sono state previste conferenze di serie b?

Sul tema dello sport Sabbadini ha riportato i risultati di due indagini condotte rispettivamente durante il lockdown e poi nell’inverno scorso: emerge che le persone hanno continuato a svolgere attività motoria in casa e in autonomia, però sicuramente le attività che si svolgono in impianti o palestre sono state condizionate dalle chiusure dell’ultimo anno e mezzo. “Le donne scelgono attività diverse dagli uomini: tra gli sport più diffusi ci sono ginnastica, danza e nuoto, ovviamente condizionati dall’apertura degli impianti. E’ evidente, inoltre, che i comportamenti delle persone soffrono ancora la paura del passato, viviamo una fase di transizione in cui si sta molto attenti alle scelte, abbiamo in programma un'indagine per verificare se questo effetto sussiste veramente. La consapevolezza è cresciuta molto nelle persone e questo incide anche nell’attività sportiva, ma penso che gradualmente si tornerà ad una situazione di normalità”.

Manuela Claysset ha evidenziato che, oltre al cambiamento dei comportamenti, sulla riduzione della pratica sportiva influisce anche la situazione economica: “Lo sport è una spesa che ricade sulle spalle delle persone, quindi in periodi difficili si sceglie di fare sport in maniera autonoma o casalinga. Obiettivo dell’Uisp è promuovere una cultura diversa del movimento, come momento fondamentale per la vita e il benessere delle persone”.

Successivamente, nel corso dell'incontro, è stato dato spazio ad alcuni progetti ed attività Uisp in corso in questo periodo. Azioni concrete, a partire da “Differenze  – Laboratori sperimentali di educazione di genere nelle scuole medie superiori per contrastare la violenza sulle donne", entrato nel vivo con i percorsi formativi e informativi e con i laboratori sportivi e corporei inseriti nel Piano triennale dell’offerta formativa delle scuole. Nel mese di ottobre si sono svolte le conferenze stampa di presentazione del progetto in diverse città italiane. La prima scuola a vedere avviato il progetto è stata il Liceo Sofonisba Anguissola di Cremona il 12 ottobre, seguita una settimana dopo dalla conferenza stampa nell’Istituto Erodoto di Thurii a Cassano Ionio. Il 23 ottobre è stata la volta dell’IISS Leonardo da Vinci a Martina Franca e del Liceo Artistico Statale Mario Festa Campanile a Melfi. Progetto avviato a fine ottobre anche a Lanusei, in Sardegna, nell’Istituto Leonardo Da Vinci. Il 3 novembre il progetto è stato presentato a Enna (GUARDA IL VIDEO DELLA PRESENTAZIONE), il 15 lo sarà a Pisa, mentre a Melfi la conferenza stampa si terrà il 20 novembre.

Elena Cacciatori, dell'Uisp Cremona, è intervenuta per parlare della prima presentazione del progetto. "Abbiamo già svolto tre incontri in 3 licei. Il progetto sta andando molto bene, le classi sono reattive e i ragazzi hanno abbracciato i temi presentati dall'associazione di volontariato A.I.D.A, braccio destro di D.i.R.e. Funziona, nello specifico, il modo di trattare queste tematiche, che utilizza un linguaggio schietto e diretto”, ha detto Elena Cacciatori. Successivamente Ilaria Oliva, presidente Uisp Castrovillari, ha spiegato che "la finalità del progetto è educare i giovani al rispetto e combattere le differenze, attraverso un uso del linguaggio attento e non sessista". Il progetto, a Castrovillari, coinvolge due classi di terza superiore ed è stato incluso nell’alternanza scuola-lavoro. Gli incontri, iniziati il 4 novembre, coinvolgeranno psicologhe e psicoterapeute del centro antiviolenza. "L'obiettivo è favorire la conoscenza delle classi coinvolte per creare gruppo, ma anche aiutare gli studenti ad avere consapevolezza del proprio sé, stimolando il confronto e la condivisione sulla violenza di genere". Sul progetto Differenze è intervenuta anche Ilenia Sanzo, del centro antiviolenza D.i.R.e.: “Mi piace la positività con cui si sta rispondendo al progetto. Il lavoro con i ragazzi permette di riflettere sul linguaggio e di sperimentare nuove forme di relazione, al di là di pregiudizi, stereotipi e ruoli. Il centro antiviolenza è il luogo dove si inizia il percorso di uscita dalla situazione di violenza fisica e psicologica. Tra i punti di forza di Differenze c'è proprio la comunicazione: capire come si comunica un tema così delicato, come si trasmette agli altri, anche alla vittima".  

Ha preso poi parola Paola Voltolina, referente politiche di genere Uisp Piemonte, che fa parte di Torino Pride: “Una delle nostre associazioni ha avviato un progetto sull'inclusione, ToHousing, primo in Italia con queste caratteristiche, ospitando persone che hanno difficoltà a trovare un’allocazione, come giovani cacciati di casa o stranieri arrivati in italia". Un altro progetto Uisp centrato sull'inclusione è #GIOCHIamoMISTI, realizzato in collaborazione con Polisportiva Hic Sunt Leones, ASD polisportiva il Grinta, ASD Gap Calcio 5, ASD Crystal BO con il supporto della Regione Emilia-Romagna. Il progetto propone tornei di calcio a 7 e pallavolo aperti a tutt* promuovendo il rispetto per una cultura plurale delle diversità e della non discriminazione, anche in relazione all’orientamento sessuale e all’identità di genere. Il progetto interviene sul tema della parità uomo-donna e le pari opportunità e sul contrasto alla violenza sulle donne e l’omotransfobia. "Includiamo la fetta di popolazione di genere transgender, grazie all’incremento della tessera Alias. Il percorso assume una valenza importante e diventa un progetto pilota per il territorio bolognese rispetto alla tematica dell'inclusione, su cui  lavoriamo a 360 gradi", ha detto Teresa Di Stefano, responsabile progetti educativi Uisp Bologna.

Proprio sui progetti di inclusione, Christian, presidente Gruppo Trans, ha aggiunto: "Le persone trans si allontanano dallo sport, che invece è utile al benessere di ciascuno noi. Non vogliamo rimanere, in quanto persone transgender, al margine della società. Vogliamo rimettere le nostre vite al centro". Infine, si è discusso della necessità di un aggiornamento della Carta europea dei diritti delle donne nello sport con una delle firmatarie Valeria Frigerio: "Le donne sono soggetti deboli che vedono ancora oggi restringersi la possibilità di fare attività. Le parole sono importanti quando ci si rapporta con gli altri, per questo penso che sia giunto il momento di rinnovare la Carta". A chiudere l’incontro è stata Patrizia Alfano, vicepresidente nazionale Uisp e responsabile Dipartimento Formazione e Ricerca. "Tutti noi insieme riusciamo ad essere forti nell'affrontare le tematiche sociali. Il nostro sport non è di base perché non riconosce i vertici, ma perché include tutti e tutte. Dobbiamo lavorare per offrire alle donne la possibilità di affermarsi. Le differenze sono risorse che arrichiscono", ha concluso. (A cura di Elena Fiorani e Chiara Feleppa)